L’8 Marzo si celebra la festa della donna.
Le donne da sempre, per poter rivendicare i propri diritti, hanno dovuto e ancora devono far sentire la propria voce, di fronte ad una società che a livello nazionale ed internazionale le pone sempre in secondo piano rispetto agli uomini.
La festa della donna porta con sé una serie di significati molto importanti circa la possibilità da parte loro di avere accesso a tutta una serie di diritti che fino a non molto tempo fa erano riservati esclusivamente agli uomini. Diritti, duramente conquistati con le lotte, con le violenze subite, con il sangue. Diritti che in molti paesi non occidentali sono ancora lontani.
Quali sono le origini della festa della donna?
Sull’origine della festa della donna ci sono diversi “falsi storici”, i due più comuni ci raccontano che:
- risale ai primi del 900 in particolar modo all’8 Marzo 1917 quando, a San Pietroburgo, alcune donne manifestarono per richiedere la fine della guerra e persero la vita in occasione della manifestazione. Nel 1921 a Mosca si svolse la Seconda Conferenza Internazionale delle Donne Comuniste che stabilì che l’8 Marzo divenisse la Giornata Internazionale dell’Operaia.
- risale all’8 marzo del 1911 giorno in cui morirono un gruppo di operai di un’industria tessile di New York mentre stavano scioperando per le critiche condizioni in cui si trovavano a lavorare. Scoppiò improvvisamente un incendio che uccise 134 delle manifestanti.
Ufficialmente la Giornata Internazionale della Donna è stata istituita nel 1921, dopo una serie di eventi che da inizio 1900 in poi hanno visto le donne protagoniste, soprattutto afferenti ai partiti socialisti, per ottenere il riconoscimento dei propri diritti.
Tra questi in primis il diritto al voto: si ricordi ad esempio l’importanza ricoperta dalle cosiddette “suffragette” e in Italia di donne politiche come Nilde Iotti che nel 1946 hanno permesso il suffragio universale. Non meno importante è stato il ’68 che ha visto la nascita dei primi collettivi studenteschi femminili.
La lotta per la conquista dei propri diritti
In realtà quale che sia l’evento a cui poter ricondurre la nascita di questa giornata è importante porre l’accento su tutto ciò che le donne hanno dovuto da sempre affrontare e sopportare e quanto ancora oggi subiscono per mano degli uomini. I diritti conquistati infatti sono sempre in bilico, continuamente si cerca di minare e distruggere quanto finora raggiunto, in una cornice misogina e patriarcale che incessantemente minaccia le donne, i loro corpi e le loro anime.
Non si può in questa ricorrenza non ricordare un fenomeno di dimensioni drammatiche che riguarda tutte le donne, ovvero la violenza di genere per la quale è stata istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
La violenza di genere
La violenza sulle donne ha radici profonde nella cultura degli stereotipi di genere e nelle discriminazioni che tuttora impediscono pari opportunità alle donne rispetto agli uomini. I ruoli di genere rigidi differenziano donne e uomini sulla base delle aspettative della società su come uno dovrebbe apparire, comportarsi e agire. I modelli culturali di genere e quelli relazionali si intersecano ed hanno delle ricadute sulle singole traiettorie biografiche. Tra questi anche la socializzazione al genere della famiglia di origine e di come vengono interpretati, incorporati e abitati i modelli familiari nell’esperienza soggettiva. Questa distorsione crea una percezione sfalsata nella popolazione che individua certi comportamenti come “normali” non riconoscendoli come violenti. Pensiamo ad esempio all’uso del linguaggio e alle polarizzazione semantiche, che al maschile hanno un’accezione positiva e al femminile negativa o svalutativa: ad es. il governante e la governante, lo squillo e la squillo e alla distorsione che ne fanno anche i giornalisti.
Alcuni dati
La violenza sulle donne è un problema di salute pubblica globale. E’ un fenomeno universale e trasversale: colpisce donne di tutte le età, estrazioni sociali, istruzione, etc… Essa è uno dei principali fattori di rischio, di cattiva salute e di morte prematura per le donne e le ragazze (OMS, 2002).
Secondo i dati della commissione di inchiesta del Senato sul femminicidio del 2017, sappiamo che l’80% della violenza avviene all’interno delle mura domestiche, con costante aumento dei casi negli ultimi 30 anni. In Italia una donna su tre tra i 16 e i 70 anni ha subito violenza nel corso della propria vita (ISTAT, 2015).
Ricordiamoci allora che la Giornata Internazionale della Donna non è solo un’occasione di festa, ahimè spesso strumentalizzata a fini commerciali, ma è la ricorrenza di quanto le donne hanno fatto per vedersi riconosciute, consapevoli che siamo ancora molto lontani da poter realmente parlare di parità di genere: all’interno delle relazioni familiari, nei contesti lavorativi, politici, etc..