Etimologicamente il termine trauma deriva dal greco τραύμα che significa perforamento, trafittatura e in ambito psicologico assume il significato di “ferita”. Già negli scritti medici del 700 e dell’800 troviamo i primi studi che descrivono le “esperienze di vita soverchianti”, ovvero quelle esperienze così forti da rimanerne schiacciati. Il termine ψυχή invece si riferisce al soffio, al respiro vitale, e tra i greci designava l’anima. Il trauma psichico allora può essere descritto con una ferita dell’anima
I pionieri dello studio sul trauma
Freud fu il primo ad occuparsi del concetto di trauma definendo l’evento traumatico in questi termini: “Si tratta di una esperienza singola, o di una situazione protratta nel tempo, le cui implicazioni soggettive, cioè idee, cognizioni ed emozioni ad essa collegata, sono nel complesso superiori alle capacità del soggetto in quel momento di gestirle o di adeguarsi ad esse.
Lo stesso Janet fu il primo ad evidenziare una connessione fra gli eventi di vita passata di un soggetto e la sintomatologia traumatica da essi derivante. Lo psicoanalista definì il trauma psicologico un evento che per le sue caratteristiche risulta non integrabile nel sistema psichico pregresso della persona e quindi rimane “dissociato” dal resto della sua esperienza emotiva, causando la sintomatologia psicopatologica relativa. Questa connessione è tanto più forte quanto più gli eventi subiti riguardano i primi anni di vita del bambino.
Van der Kolk definisce gli stressor traumatici come quegli eventi che eludono i meccanismi attraverso cui normalmente interpretiamo le nostre reazioni, ordiniamo le nostre percezioni del comportamento altrui e ci creiamo schemi di interazione con la realtà.
L’evento traumatico, quindi, è una situazione che comporta una minaccia alla vita o alla propria integrità corporea.
Organizzazione Mondiale della Sanità
Secondo l’OMS,(2002) “Il trauma è il risultato mentale di un evento o una serie di eventi improvvisi ed esterni in grado di rendere l’individuo temporaneamente inerme e di disgregare le sue strategie di difesa e di adattamento.”
La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità, nel suo Action Plan 2013-2020 (WHO, 2013) ha ricordato: “L’esposizione a eventi stressanti in giovane età è un fattore di rischio accertato per l’insorgere di disturbi mentali che può essere prevenibile. I gruppi vulnerabili possono includere: i membri di famiglie che vivono in povertà, le persone con malattie croniche, i neonati e i bambini esposti a maltrattamenti e trascuratezza, gli adolescenti esposti all’uso di sostanze, i gruppi di minoranza, gli anziani, le persone che vivono la discriminazione e le violazioni dei diritti umani….” .